Preso atto delle manifestazioni che accompagnano invariabilmente l´applicazione di questi movimenti-riti, non possiamo più sottostare alla semplicistica ipotesi di una sequenza di esercizi più o meno salutari, tramandati come per caso; per di più da una Fonte che ha tutta l´aria di voler restare all´ombra della voce "Lama", distribuita qua e là come un'icona generica, anziché di rivelarsi.
|
|
Oggi, stanti dei risultati sotto gli occhi di tutti, che non si possono ignorare,
e poiché non vi è traccia in tutto il Tibet, o anche in India,di una scuola che coltivi o tramandi questi 5 Riti,
non rimane che cercar di leggere tra le righe interpretando un ormai "insostenibile silenzio" come la prova prima di una messa in scena i cui Attori si trattengono dietro le quinte, ma non possono non esistere.
Il “passavo di là per caso” del Colonnello Bradford, che si tratti di monastero o del parco pubblico o di una tettoia per ripararsi da una pioggia improvvisa, non può più supplire all´esigenza di una collocazione, che deborda a viva forza dalla cornice della nicchia editoriale.
Non fosse altro, si intravvede quanto basta a configurare la certezza che quel che sappiamo è del tutto inconsistente.
Un tale vuoto nel sincronismo storico-concettuale che accompagna la diffusione dei 5 Riti, può originare da almeno due condizioni, che danno adito ad ipotesi opposte:
- quella di una totale incondizionata invenzione: pura fantasia, o estro geniale quanto all´abilità di sintetizzare in poche mosse quel che l´uomo cerca di ottenere da generazioni con ogni mezzo, riuscendo a coinvolgere per di più milioni di persone nell´ultimo secolo, come se ciò bastasse a renderlo vero. Si è mai visto niente di simile?
- un'esperienza di natura medianica interdimensionale programmata e guidata, che ha trasportato il Bradford a contatto prolungato con un mondo parallelo (il cui varco può benissimo collocarsi in un monastero dell´Himalaya, e non sarebbe la prima volta), garantendo una continuità al suo stato di coscienza sufficiente ad apprendere e relazionare in seguito la tecnica lineare dei Riti e le sue principali implicazioni.
Una tale esperienza - dal sapore di una repentina iniziazione non priva di conseguenze evidenti sulla stessa prestanza fisica - giustificherebbe le eventuali e pur contenute "distorsioni" nel suo resoconto, conseguenti ad una certa qual impreparazione teorica, una volta ritornato alla normale condotta.
Spiegherebbe altresì la portata delle dichiarazioni sul grandioso Piano in preparazione, giustificando appieno la disinvoltura espositiva di un tale sopraelevato ventaglio di concetti, che in caso diverso rischia l´anacronismo per mancanza di un fondamento oggettivo.
Lo scritto che ne deriva è così delineato in tre parti distinte:
- la fase introduttiva, di ricerca e reperimento; di valore puramente narrativo
- il nocciolo del lavoro: la rivelazione dell´arte e delle sue motivazioni e caratteristiche;
- la susseguente messa in atto dell´insegnamento,
essenziale a conferire all´implicito invito la veste realistica di un'esperienza vissuta.
La traccia, in questo secondo caso, non è diversa da quella adottata per un normale racconto; ma gli ingredienti, la loro scelta e distribuzione assumono una diversa sonorità se reinterpretati in quest'ottica, che la rende in fondo meno astrusa nei contenuti ed assai più plausibile nell´insieme.
Quale delle due sia la supposizione meno credibile è difficile dirlo!
La prima perché fuoriesce da qualsiasi logica del mercato, nonché del buon senso; o magari perché richiederebbe una credulità maggiore della seconda.
La seconda, non tanto perché sfiori i limiti dell´assurdo, ma perché la nostra mentalità non è preparata ad accoglierne la semplicità. In fondo questa sarebbe già di per sé una ragione più che logica, se non evidente, di tale completa noncuranza informativa.
Per chi non lo avesse colto, il solo modo per controbatterne il successo da parte del Sistema, che tutto filtra, è stato adombrare sempre più i 5 Riti con letteratura di bassa quota, ricca di indicazioni fuorvianti pur di abbatterne l´esito… Riti permettendo.
Forse tocca proprio a ciascun individuo cogliere quale sia la giusta versione a cui uniformarsi, o formulare la propria e come tale viverla e renderla concreta. Il che, per quanto mi appare, è consono allo spirito implicito dell´insegnamento.
In ogni caso, gli ingredienti ci sono tutti. |
|
---|
Perché “Riti”..
Il non aver compreso per tempo la portata delle premesse contenute negli enunciati riportati sopra, nonostante gli entusiasmi dichiarati del primo editore THE PUBLISHERS NEW ERA PRESS (1939), ha indotto per così dire spontaneamente a sostituire un titolo come «The Eye of Revelation» con qualcosa di più alla mano, vuoi più accettabile, facendo sì che la vera essenza del messaggio venisse definitivamente ignorata… fino alle porte del 2012.
A maggior ragione, va notato che finanche il termine “riti” è stato trascurato, se non volutamente oscurato da un titolo quale: «I 5 tibetani», laddove lo stesso Bradford dichiara “I Lama li hanno concepiti come ‘Riti’ e così invece di definirli esercizi .. anche noi li chiameremo Riti.”; riconoscendo al termine Riti l’iniziale maiuscola in ogni punto del racconto, quasi a sottolinearne la fondamentale, ancorché inspiegabile, valenza simbolica.
Oggi il trattato di «Fisica Organica» a sua volta citato (¹, propone l´allineamento degli spin - rapportabili alla rotazione dei vortici di energia occulti dell´organismo - come la chiave per il processo di rigenerazione non soltanto del singolo individuo, ma della stessa biosfera.
Si potrebbe supporre per contro che proprio l´apparente superficialità letteraria abbia giustificato il successivo adattamento del titolo. A 70 anni di distanza bisogna però ammettere che questi ingredienti non avrebbero di certo provocato tanto maggiore eco rispetto all´assai più affascinante novella “Orizzonte Perduto” (Lost Horizon - 1933), destinata a trasformarsi in un film per la regia di Frank Capra nel 1937, che rivela l´esistenza in una valle ignota del paradiso di Shangri-La, ma che ha raggiunto i giorni nostri solo nel ricordo di pochi.
Pur tentando di calarsi nella vena post-romantica dei primi decenni del secolo scorso, avresti osato un titolo di così biblica caratura per sostenere una storia tutto sommato abbastanza piatta da apparire ingenua? per non dire di scarso interesse narrativo, se confrontato alla tradizione letteraria in essere!
Non è forse più plausibile l´ipotesi che l´autore si sentisse investito di una verità talmente grande da rendergli naturale la scelta? Decisamente sì, se facciamo riferimento alle informazioni che nel nuovo millennio emergono sulle sorti del pianeta con imprevedibile accelerazione.
D'altra parte, se non fosse stato per gli effetti di quei “Riti”, il racconto in quanto tale non avrebbe fatto il giro del mondo in tutte le lingue, come un intramontabile best seller… e non è finita.
Tra le le espressioni sottovalutate, fino al soffocamento - ma che non hanno affatto l´aria di essere state introdotte per un caso di convenienza né con leggerezza - ve n'è più d'una da prendere in esame per implicazioni tali, quali oggi stanno emergendo cariche di significati.
Un commento lo merita quella forse più ermetica, poiché tende facilmente a sfuggire, mentre sottolinea un aspetto a dir poco sbalorditivo, quanto prematuro per gli anni '30:
“Noi che abbiamo intrapreso il cammino di trasformare… ”
contiene un sottile ma esplicito riferimento a quei “pochi” determinati ad una presa di coscienza pilota - se accettiamo l´intessersi dei Riti in una sapiente trama energetica interdimensionale - della quale l´esortazione è declamata da più parti e in ogni direzione: un'azione di pressante necessità, con effetto trainante sia sulle persone che sull´ambiente; il che è persino documentato in termini scientifici.
l´elezione di alcuni a partercipare è data per necessaria da una concezione che guadagna terreno, per la quale il varco individuale di una certa soglia in sintonia ed equilibrio potrà catalizzare la rigenerazione progressiva di tutta la compagine umana. Lo si considera anzi strettamente necessario al superamento della transizione ormai imminente.
| e Perché “Tibetani”..
Se si accetta il titolo originale come il solo proposto e dunque valido - ed è proprio quel che si dovrebbe fare - tutto diviene più chiaro e coerente. Probabilmente, oggi, anche più credibile.
Mi ci sono voluti anni per rendermi conto che l´inserimento postumo dell´attributo “Tibetani” ha condizionato in modo quasi indelebile, dalla successiva edizione ad oggi, l´immagine del contenuto; in fondo è quel che l´editore auspicava.
L´imprimersi del concetto come un marchio è stato naturale, poiché poggiava sull´ipotetica ma definitiva ubicazione del luogo di reperimento, anche se forse valeva solo ad indicare una porta d'accesso - secondo l´ipotesi già espressa e non del tutto improbabile - o comunque non era più che un esotismo narrativo. In effetti nessun'altra precisazione probante affianca l´avventurosa descrizione dell´itinerario, probabilmente la sola parte del tutto romanzata, non essendo possibile produrre dettagli controllabili.
Liberare la mente da questo simbolo, che ha assunto con estrema facilità una valenza propria come uno slogan di grande efficacia, non è per niente facile, ma basterà iniziare con l´ammettere (argomento ampiamente esaminato nel saggio) che di tibetano tradizionale questa tecnica ha ben poco!
Diventa però quasi spontaneo, se ci si concentra seriamente sul vero titolo, considerato soprattutto nell´ottica di una prospettiva più ravvicinata. La metamorfosi di noi viventi in quest'epoca è nell´aria ed è innegabile, è in corso e la si percepisce di giorno in giorno con sempre maggiore nitidezza. Le parole chiave sono: rigenerazione, rinascita interiore, vibrazione in aumento; tutto accelera e cresce, dentro e fuori non senza tormento. Il Pianeta si dilata in un crescendo misterioso, anche se quasi nessuno lo sa e, chi lo sa, non è in grado di spiegarlo. Questi non sono gli sbalzi di una moda, ma anzi importano la crisi profonda di ogni salto evolutivo.
Ed ecco emergere come per incanto uno strumento adatto per aiutarci a superarla, con una semplicità che lascia quasi dubbiosi (²: l´«Occhio», potrebbe rappresentare (ed essere) proprio il centro - il ‘canale portante’ in cui regnano stabilità e quiete - di ogni vortice, intorno al quale tutto ruota come avviene in un ciclone; ed è sinonimo di "al centro dell´attenzione generale" come del "momento più critico e rischioso di una situazione o di una vicenda" (Diz. Lingua Italiana Devoto-Oli, Le Monnier), laddove «la Rivelazione» è quel che occorre e ne è veicolata. È un concetto che trova ideale rappresentazione in un simbolo senza tempo, quello conosciuto come Sri Yantra (PDF, 6Mb), a sua volta oggetto di maggiore approfondimento dopo avere focalizzato la natura occulta dei Riti.
Chi è interessato all´argomento, sappia che il quinto movimento dei 5 Riti, il Vortice, è come un cannone orgonico che condensa energia all´interno della struttura corporea.
È uno spinning black hole, è l´Occhio della Rivelazione e gli altri quattro movimenti ne costituiscono il basamento. Per coloro che lo recepiscono, il messaggio contenuto nel racconto è un chiaro invito a farne uso, per trarne tutti i possibili benefici.
Presto il detto “non puoi cambiare il mondo” non avrà più molto senso, poiché in fondo è vero il contrario: tu solo puoi cambiarlo! non potrai cambiare gli altri, ma puoi cambiare te stesso e così facendo cambiare il mondo, partecipandovi attivamente e con forza crescente.
Dopo aver amorevolmente rimarcato l´insegnamento come “La Fontana della Giovinezza”, “La Pietra Filosofale”, “L´Elisir di Lunga Vita”, la battuta di commiato nel racconto originale recita:
«Truly, I thought to myself, The Eye of Revelation is upon the world. THE END.» Quasi difficile da tradurre.
Per chi preferisce la verifica dei fatti alle parole, non c'è che da agire, cominciando a star meglio fin da subito. Di poi, non lasciarsi più distogliere; ma questa è un'altra storia.
¹) - vedi anche « BABY SUN» della stessa Autrice. nel quale anche l´immagine di Occhio ( Eye) assume una nuova valenza Rivelatrice: quella di “spinning black hole”, o l´ àtomos indivisibile di Democrito - pag. 244).
²) - tanto da alimentare le più libere interpretazioni, aggiunte e deviazioni; per questo ho scritto il saggio
last minute: vuoi spingerti oltre?
Chiunque sia potenzialmente predisposto mediti gli insegnamenti esposti da: christ.direct, poiché
aiuteranno l'umanità a volare per i prossimi due millenni.
|
|
21 Aprile, 2010
|
|
|